Ti è mai capitato di camminare per strada e incrociare uno sguardo, un oggetto o un dettaglio che in qualche modo attira la tua attenzione?
A me succede, ed è successo davvero tante volte.
Qualche settimana fa sono andato a Gioia del Colle per prendere un caffè con un amico e l’ho visto.
Me ne sono perdutamente innamorato.
Dolce, rassicurante, reale, bellissimo nella sua semplicità. Uno sguardo da togliere il fiato.
Lo sguardo di una dama medievale dipinto dalla maestria di Carlo Molinari.
Ma cosa ci fa una dama medioevale dipinta su una porta nel centro storico di Gioia del Colle?
Per rispondere a questa domanda credo sia doveroso fare un piccolissimo viaggio nella storia di questa città nella provincia di Bari.
Le porte dell’imperatore e l’omaggio a Federico II di Svevia
La Puglia ha subito diverse dominazioni nel corso della storia.
Dai greci, agli arabi, ai romani e tanti altri.
Senza dubbio, la dominazione che ha cambiato radicalmente l’aspetto artistico della nostra bella regione è stata quella degli svevi.
Federico II di Svevia, amante della bellezza e delle culture, ci ha lasciato una grande eredità fatta di storia e di bellezze.
Basti pensare alla perfezione delle simmetrie senza tempo di Castel del Monte, ai castelli di Bari, Trani e tanti altri, sparsi per tutta la regione.
Tra i vari castelli presenti in Puglia, fatta eccezione per Castel del Monte che ha un fascino a sé, quello di Gioia del Colle è davvero molto particolare, intriso di mistero, amore, tradimento e gelosia.
Un castello molto importante per la vita dell’imperatore in quanto testimone di un tragico episodio della storia d’amore tra lo stesso e Bianca Lancia d’Agliano, conosciuta nel 1225, pochi mesi dopo il matrimonio tra Federico II e Jolanda di Brienne.
Secondo la leggenda tramandata da padre Bonaventura da Lama e ripresa dallo storico Pantaleo, durante la gravidanza di Manfredi, Bianca Lancia fu imprigionata dall’imperatore nelle segrete del castello di Gioia a seguito di un atto di adulterio, ovvero per semplice gelosia.
Dopo aver partorito, distrutta dal dolore e dall’umiliazione, Bianca Lancia si uccise con un pugnale dopo essersi recisa i seni, che donò all’imperatore su un vassoio assieme al neonato Manfredi.
Si tramanda che il suo corpo fu tumulato nella prigione del castello di Gioia, ma nessuna tomba è stata mai trovata.
Sono invece visibili due rotondità a forma di seni, scolpite su un blocco di pietra lungo la muratura interna esposta ad est.
Gioia e il Puer Apuliae
La presenza di Federico II a Gioia ha creato un forte legame tra l’imperatore e i gioiesi che dura ancora oggi.
Basta fare due passi nel centro cittadino per ammirare scorci, arte, locali e particolari, ispirati al puer apuliae.
Gioia ha saputo regalare nuova linfa alla sua storia. Rispettare le radici proiettandole al futuro e adeguandole ai tempi.
Sono tante le iniziative ispirate a Federico II, tra cui quella che ha rapito in modo del tutto casuale la mia attenzione: “le porte dell’Imperatore“.
Il progetto “le porte dell’Imperatore” a Gioia del Colle
All’inizio di questo articolo ti ho parlato di un volto che ha catturato il mio sguardo, un’opera d’arte disegnata su una porta.
Passeggiando per il centro storico, invero, ne ho trovate diverse, una più bella dell’altra.
La cosa mi ha davvero incuriosito.
C’erano troppi riferimenti simili tra loro che avevano come filo conduttore un’unico elemento: l’imperatore Federico II di Svevia.
Allorché, mosso dalla mia curiosità e dalla voglia di saperne di più, ho svolto alcune ricerche.
La dama ritratta in questo bellissimo capolavoro costituisce una delle venticinque porte sparse nel bellissimo centro di Gioia del Colle, facenti parti del progetto “le porte dell’imperatore“.
Questa iniziativa è nata nel 2012, e sino ad ora vanta la realizzazione di 25 porte decorate a mano da artisti gioiesi e non, selezionati da una commissione di esperti.
Sono diversi i nomi noti presenti nella rosa di artisti che hanno lavorato live alla realizzazione di queste porte, alcuni di fama internazionale.
Ogni opera è accompagnata da uno stemma che racchiude il nome dell’autore. Molti stemmi sono davvero creativi e altri richiamano vagamente lo stile medievale.