I centri storici pugliesi sono pieni di storia, tradizioni, vita. Ogni vicolo è custode del tempo e di tesori inestimabili.
Una delle frasi che ripeto spesso quando parlo della mia Puglia è la seguente:
Sabato pomeriggio ho avuto il privilegio di scoprire e conoscere un tesoro unico: le icone (o edicole) votive gelosamente conservate nei vicoli della zona antica di Bari.
Un museo a cielo aperto che racchiude circa 400 anni della storia di Bari Vecchia.
Dipinti secolari, santi e statuette, sono i testimoni di un passato di fede e tradizione che, nonostante il passare degli anni, resta l’espressione del cuore pulsante della nostra storia e della nostra identità.
Prima di raccontarti le emozioni di questo bellissimo pomeriggio credo sia doveroso parlarti dell’iniziativa che ha reso possibile tutto questo: le giornate d’autunno del FAI.
Il FAI e le giornate d’autunno
Il FAI è una fondazione senza scopo di lucro, che dal 1975, ha come obiettivo quello di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio artistico, naturalistico e paesaggistico della nostra bellissima penisola.
Le giornate di primavera e d’autunno sono un momento unico in cui centinaia di siti presenti in tutta Italia vengo aperti al grande pubblico.
Un’occasione imperdibile in cui è possibile ammirare la bellezza della nostra Italia.
Palazzi, ville e giardini, aprono le porte ad un patrimonio cultuale immenso che stupisce e rapisce il cuore dei turisti italiani e non.
Anche quest’anno Bari ha aderito alla bellissima iniziativa delle “giornate d’autunno” che si sono tenute il 24 e 25 Ottobre, proponendo un percorso molto suggestivo: la scoperta delle edicole votive a Bari vecchia.
Ma cosa sono le edicole votive?
Il nome “edicola” deriva dal latino “aedicula“, che significa tabernacolo, tempietto, piccolo santuario.
Le edicole, dette anche nicchie o madonnelle, sono l’espressione di una grande forma di devozione popolare, dei veri e propri altarini in cui vengono omaggiati Santi e Madonne per miracoli ricevuti, per ringraziare loro per la protezione della città o per commemorare la memoria dei cari defunti.
Ci sono tante tipologie di edicole. Unico comune denominatore è l’architettura.
Per la loro forma, infatti, nella maggior parte dei casi, le edicole richiamano molto le geometrie degli antichi templi greci pagani: base quadrata e tetto triangolare spiovente.
Un vero e proprio tempio pagano.
La motivazione di questa particolare forma architettonica è custodita nelle pagine della nostra storia.
Prima dell’editto di Costantino non esistevano delle Chiese come le concepiamo oggi, non avevano ancora una forma architettonica.
Le prime “chiese” se così possiamo definirle, erano delle vere e proprie abitazioni in cui i fedeli si riunivano per pranzare o celebrare.
Con il passare del tempo e l’ascesa della religione Cattolica, gli antichi templi pagani vengono lentamente trasformati in Chiese. Si usano i vecchi edifici per dare vita alla nuova idea di Chiesa, una piccola casa in cui raccogliere il popolo di Dio.
L’immagine architettonica del tempio è stata tramandata e utilizzata molto nell’iconografia. Una prova tangibile di questo passato si trova proprio nelle edicole votive.
La struttura delle edicole votive
La base rappresenta il cuore dell’edicola.
In genere è costituita da un quadrato, simbolo della terra, in cui sono custoditi i dipinti, le statue e le varie decorazioni.
Ad incorniciare la nicchia, nella parte superiore, svetta il triangolo, associato sin dall’antichità al cielo e alla Trinità.
Alcune edicole sono sprovviste della parte superiore, della forma triangolare. Il motivo mi ha molto incuriosito.
Queste icone in genere sono quelle ubicate in vicoli o in luoghi in cui non è presente un tetto di una casa o in generale una copertura. Il cielo stesso, quindi, diviene quel triangolo mancante. Il perfetto ricongiungimento tra l’uomo e il divino.
Durante la passeggiata ho definito le edicole “stazioni“, delle fermate che richiamano un pò i vari momenti della Passione del Cristo.
Senza che io lo sapessi, la mia osservazione aveva in qualche modo un fondo di verità. Con il passare degli anni le madonnelle sono diventate punti di riferimento.
In passato, infatti, venivano utilizzate anche come “navigatore” per guidare i viandanti nelle strade del borgo antico.
La natura principale di questi piccoli tesori era e rimane quella della fede.
Le icone sono dei veri e propri “piccoli santuari urbani” in cui, ancora oggi, il popolo si raccoglie in un momento di preghiera, per la recita del Rosario o per cercare un contatto diretto con Dio.
I luoghi del cuore
Essendo esposte continuamente alla violenza degli agenti atmosferici, le edicole sono in grave pericolo. Si stanno lentamente deteriorando e necessitano di un importante lavoro di restauro e tutela.
Per questo motivo, grazie al comitato “Edicole votive di Bari Vecchia“, le madonnelle rientrano nel progetto “i luoghi del cuore“, il censimento nazionale promosso dal FAI.
Dal 2003 ognuno di noi può fare qualcosa di concreto per tutelare i luoghi dell’arte, della cultura e delle nostre radici.
Come? Basta semplicemente lasciare un voto!
Puoi votare le edicole votive fino al 15 dicembre 2020!
Alla scoperta delle edicole votive di Bari vecchia
La mia bellissima avventura alla scoperta delle edicole nel cuore di Bari vecchia si è tenuta sabato 24 Ottobre.
Gli amici della delegazione Fai di Bari hanno organizzato un piccolo percorso in cui ho avuto modo di conoscere e apprezzare la storia di 6 delle 240 madonelle sparse in tutto il centro storico del capoluogo pugliese.
Sei piccoli capolavori, da quelli più antichi a quelli ricche di simbolismi, storia e curiosità.
Sei pronto?
Zaino rosso in spalla e si parte alla scoperta delle edicole votive di Bari vecchia.
Il percorso tra le edicole votive di Bari
Edicola votiva N.1
Il nostro viaggio parte da Corte Cavallerizza, precisamente dell’arco delle Streghe (detto anche u–àrche de la Masciàre).
Secondo la leggenda, anticamente questo arco era luogo di ritrovo di maghe e fattucchiere, dedite alla pratica di riti e incantesimi di magia nera.
In verità si pensa che questo falso mito sia stato ripreso verso la fine del 500: in quest’epoca c’era infatti la necessità di dover nascondere alcuni traffici illeciti provenienti dal mare. L’arco, situato in prossimità del porto, rappresentava un importante crocevia per gli sbarchi.
La leggenda è stata tramandata da generazione in generazione.
Per proteggere la popolazione da rituali occulti di streghe e fattucchiere, venne realizzata la prima edicola votiva protagonista di questo percorso: il bassorilievo in pietra policroma del XVII-XVIII secolo raffigurante la Madonna degli Angeli con bambino tra San Nicola e Sant’Antonio.
La scelta di Sant’Antonio non è causale in quanto, secondo la tradizione, è il Santo che protegge da malefici e malefatte.
Questa edicola è davvero molto antica e particolare. La sua peculiarità sta nell’interessante gioco di prospettive creato ad arte tra i personaggi ritratti.
Se presti attenzione all’immagine, ti renderai conto che le figure di San Nicola e Sant’Antonio sono raffigurate interamente al contrario della Madonna con il bambino rappresentata a mezzobusto.
Questo effetto vuole sottolineare una proporzione gerarchica tra la Madonna e i due santi. Questo ci permette di comprendere che l’edicola è molto più antica di quel può sembrare.
Da questa attenta analisi si pensa sia stata realizzata intorno agli inizi dell’800.
Edicola votiva N.2
Il nostro viaggio prosegue con la seconda edicola votiva, quella in cui sono raffigurati la Madonna del Rosario, San Domenico e Santa Rosa da Lima.
L’edicola è un olio su rame della fine dell’800, inizi del 900, realizzata da un pittore anonimo. Il quadro è una vera e propria summa storica che raccoglie leggende e vicende raccolte in un’unica rappresentazione, un vero e proprio omaggio alla vittoria della cristianità.
San Domenico è un frate passato alla storia per le sue lotte contro i Catari. La leggenda vuole che la Madonna gli sia apparsa in sogno e che gli abbia indicato di usare il rosario come arma per sconfiggere i Catari.
Nell’iconografia tradizionale la Madonna del Rosario è raffigurata con San Domenico e Santa Caterina da Siena. Molte volte quest’ultima viene rappresentata al posto di Santa Rosa da Lima. Entrambe hanno vissuto una vita ascetica, di privazione. Morte giovanissime, sono state entrambe grandi devote della Madonna e San Domenico.
La scelta di rappresentare Santa Rosa al posto di Santa Caterina è determinata dal loro temperamento. Santa Caterina era una donna molto energica e invadente nei confronti del Papa. A causa dell’aspra corrispondenza tra i due, molto spesso non risultava molto gradita e per questo non veniva collocata nelle raffigurazioni ufficiali.
Edicola votiva N.3
Nella terza edicola sono raffigurati la Madonna Addolorata con San Nicola e San Gaetano. Il quadro è un olio su rame del XIX secolo di Vito Dentamaro ubicato in Corte Pavone, n 2.
Edicola votiva N. 4
Nella quarta edicola troviamo un omaggio al protettore di Bari: San Nicola.
Il quadro è una rappresentazione iconografica del XIX secolo che riprende quella del maestro Vito Dentamaro.
La particolarità di questa icona sta nei colori dei paramenti sacri del santo.
San Nicola è rappresentato in stile ottomano, come a voler sottolineare l’importanza della missione del santo: essere un ponte tra la cultura cristiana e ortodossa.
L’icona è ubicata in vico del Carmine, n. 1.
Edicola votiva N. 5
La penultima edicola è una delle più caratteristiche: la Madonna Odigitria con bambino del XIX secolo, realizzata da Michele Montrone.
Il dipinto richiama la tipologia di iconografia cristiana diffusa in particolare nell’arte bizantina in cui viene raffigurata la Madonna con in braccio il bambin Gesù.
Custodita in Corte Carducci, il quadro della Madonna è avvolto da un cielo stellato dipinto a mano. È una delle icone più belle presente nel centro storico di Bari, di sicuro la più instagrammabile.
La leggenda legata alla Madonna di Costantinopoli narra che due monaci greci portano in salvo via mare l’immagine della Vergine nascosta in una cassa fino a Bari. Per questo motivo, nelle rappresentazioni spesso la figura di Maria con il bambino Gesù appare spuntare da una cassa portata in spalla da due anziani religiosi.
A prendersi cura di questo meraviglioso altare sono le signore residenti in Corte Carducci, le quali curano l’edicola nella speranza di ricevere in cambio miracoli e protezione.
Edicola votiva N. 6
Il nostro piccolo percorso alla scoperta delle edicole votive termina con la Madonna Addolorata in gesso del XX secolo, rivestita di panni.
Una Madonna che mi ha molto colpito per la sua particolarità.
È l’unica statua presente a Bari Vecchia a nascondere sotto il velo nero del dolore, dei capelli veri donati da una donna devota.
Conclusione
Questo piccolo viaggio alla scoperta delle edicole votive in Puglia è stato davvero un salto nel passato e nelle nostre radici.
Fede, arte, miti e leggende, si fondo in uno spettacolo unico per gli occhi e per l’anima.
Le icone sono un patrimonio importantissimo che bisogna assolutamente tutelare.
Le edicole votive sono spettatrici silenziose della nostra storia, custodi delle tradizioni e dell’evoluzione della fede.
Ti ricordo che puoi sostenere e tutelare le edicole di Bari Vecchia partecipando all’iniziativa del FAI “i luoghi del cuore”.
Basta solo un voto per proteggere un patrimonio inestimabile.
Ringraziamenti
Prima di lasciarti, voglio ringraziare di cuore gli amici della delegazione Fai di Bari e del Fai giovani Bari per l’invito e per la gentilezza.
Una squadra formata da volontari straordinari che con grande ardore e passione, riescono a trasmettere l’amore per la propria terra e per i tesori che custodisce.
Un grazie speciale va a Laura per avermi traghettato in questa bellissima esperienza.
Ti consiglio di cuore di perderti nelle stradine del borgo antico di Bari e di lasciarti trasportare dalla storia, dalla fede e dalla bellezza delle edicole votive.