Cosa troverai in questo articolo

In queste ultime settimane, la domanda più gettonata è stata senza dubbio: “perché hai deciso di creare un nuovo profilo?”.

Per rispondere alla domanda delle domande ho pensato di scrivere questo articolo in cui ti racconto la mia esperienza e le motivazioni che mi hanno spinto a creare un nuovo profilo Instagram.

Non mi lancerò in grandi giri di parole. La verità – nuda e cruda – è che il mio profilo era ‘clinicamente morto’.

La decisione di chiuderlo, in cuor mio, l’avevo presa già qualche mese fa. Ho cercato di posticipare, sperando in un miracolo, correndo ai ripari, e provando in qualsiasi modo a sollevarne le sorti.

Però, ahimè, l’elettrocardiogramma tendeva sempre di più verso il piatto. La scelta era ormai ineluttabile.

La ragione ultima che mi ha spinto a chiudere il mio vecchio profilo è davvero molto complessa.
È il frutto di analisi, esperimenti, ricerche, studio, confronti, consulenze e constatazioni, realizzate negli ultimi sei mesi. Un conclave sarebbe stato sicuramente più semplice.

Chiudere un profilo Instagram non è mai una decisione da prendere a cuor leggero, soprattutto se dietro c’è un progetto avviato, tanto lavoro, studio, una community che ti supporta che hai costruito con amore.
Si tratta, alla fine, un mondo che plasmiamo giorno dopo giorno, con costanza e sacrificio.

Instagram è un social straordinario, ne sono pazzamente innamorato.
Ti consente di entrare in contatto con il mondo attraverso un solo click, conoscere persone straordinarie, creare collaborazioni, opportunità di lavoro. Ma, nello stesso tempo, richiede profonda dedizione e tantissimo tempo ed energie. Se lo si usa per lavoro, aggiungerei, anche un po’ di stabilità mentale.

Dietro il funzionamento di un profilo ci sono davvero tantissimi fattori, meccanismi e variabili da considerare. Quando le cose non vanno, bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni. E io ho preso la mia.

Ti racconto la mia storia.

Il mio caso studio

Premetto che non ho mai acquistato follower o usato bot, l’ho sempre trovata una strategia di crescita deleteria e inutile.

Ho iniziato a percepire che il mio profilo avesse qualche problema a partire dallo scorso agosto.

Prima di quel momento, i post andavano davvero molto bene.
Avevano una copertura alta (che negli ultimi periodi sembra quasi un miracolo), più di 700 visualizzazioni nelle stories, una soddisfacente media like, follower in continuo aumento. Un post ha raggiunto addirittura i primi 1.000 like.

Dopo sacrifici, ore davanti al pc, costanza nella pubblicazione e creazione di contenuti, stavo finalmente iniziando a raccogliere i frutti di ciò che avevo seminato. Inutile negarti che ero super felice.

Con il passare delle settimane ho cominciato a scorgere un calo dei numeri. Nulla di preoccupante.
Su Instagram si sa: è un’altalena continua.

Alla fine di agosto, però, la situazione era decisamente peggiorata. Stavo notando un calo drastico di copertura e interazioni su tutti i fronti. Dramma!

Mi metto sempre in discussione, forse troppo.
Davanti ad uno scenario del genere iniziano ad insidiarsi nella mente domande molto pericolose, e il rischio è quello di entrare in un loop di dubbi deleteri e senza fine.

Con i miei clienti riesco ad essere obiettivo, scrupoloso, clinico e super tecnico. Quando si tratta di me… succede il finimondo.

“I miei contenuti non piacciono più!”.

Era questo ciò che mi ripetevo ogni giorno.

Ho iniziato a pubblicare contenuti diversi e a chiedere riscontri alla mia community attraverso le stories. I pareri erano sempre positivi. Nonostante ciò, tuttavia, la situazione non migliorava.

Negli ultimi due anni si è parlato molto di shadowban, la fantomatica purga segreta di Instagram che ha il compito di penalizzare tutti gli account che hanno commesso una violazione delle linee guida del social.

Unendo la mia formazione a ciò che leggevo in rete, soprattutto seguendo esperti dall’altra parte dell’oceano, vedevo che ciò che mi stava capitando era proprio quello che veniva segnalato in merito a questa punizione.

Non avendo comprato follower e usato bot, non riuscivo a spiegarmi quale potesse essere il problema. Forse potevano essere gli hashtag, magari avrò usato alcuni di quelli bannati dal social (si! Ci sono degli hashtag proibiti e dannosi per il tuo profilo). Dopo alcune analisi ho escluso anche questa opzione.

Armato di coraggio e un pizzico di disperazione, ho iniziato a svolgere degli esperimenti mettendo in atto dei suggerimenti consigliati dai grandi esperti di Instagram nella speranza di uscire dallo shadowban.

Ho eliminato gli hashtag nei primi 20 post, son passato dal profilo creator a quello personale, ho pubblicato per due settimane senza hashtag, sospeso il profilo per 72 ore. Le ho tentate davvero tutte.

Niente. Non cambiava nulla.

Mariano Di Venere - The Red Mari

Il mio nuovo profilo Instagram

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L’app per monitorare i follower

Verso la fine dello scorso anno è nata un’accesa discussione in rete in merito alle app per monitorare i follower.

Leggevo su Instagram di utenti a cui era stato chiuso il profilo, ad altri hackerato, e altri che avevano ricevuto un avviso da parte di Instagram.

Quell’avviso l’ho ricevuto anche io!
Il mio account era compromesso e rischiava di essere chiuso da Instagram per aver violato le linee guida del social.

Unendo tutti i tasselli e dati alla mano, ho finalmente capito che la causa di tutto è stata proprio quella benedetta app per monitorare i follower che utilizzavo da due anni 7 giorni su 7.

Era molto utile per avere un’idea su chi smetteva di seguirmi e capirne magari il motivo. Poteva essere per il classico follow/unfollow (strategia usata erroneamente per crescere su Instagram), oppure perché non apprezzava più i miei contenuti o per altre motivazioni.

Si trattava di dati utili per migliorare la mia comunicazione su Instagram.

Come ben saprai, Instagram non fornisce questi dati. Pertanto, utilizzando app di terze parti non autorizzate ad accedere a quest’ultimi, si rischia di infrangere le linee guida del social.

All’inizio non me ne sono reso conto. Negli ultimi periodi, ogni volta che utilizzavo Reports + ed entravo in un secondo momento su Instagram mi appariva sempre una scritta evidenziata di rosso con un messaggio simile: “impossibile caricare il feed. Errore copertura di rete”.

Avendo problemi con la linea di casa, non ci ho mai dato peso.

Quando ho ricevuto la segnalazione di Instagram, con conseguente cambio password, autenticazione a due fattori, ecc…, mi è caduto il mondo addosso. Ho cercato di mettere subito in sicurezza l’account.

Ho prontamente eliminato l’app e disattivato tutti i collegamenti di app di terze parti a cui avevo collegato il mio profilo (Preview, app per strutturare il feed su Instagram e un tool che utilizzo qui sul blog per collegare il mio profilo Instagram).

Reports+ app per monitorare i follower

La scelta

Credevo di aver risolto il problema.
Ho continuato a pubblicare contenuti, ad essere scrupoloso nelle operazioni che compivo su Instagram, ma nulla.

Nei mesi a venire c’è stato un lieve miglioramento ma, comparando i dati alla situazione precedente, non ci sono stati grandi cambiamenti. Il profilo era ormai compromesso.

A dare conferma ai miei dubbi è stata una live che ho seguito su Instagram con Veronica Civiero e Yari Brugnoni di Not Just Analytics. Si parlava proprio di questo tema e Veronica, lavorando nel mondo di Facebook, ha fornito diverse informazioni utili.

Quando si subiscono penalizzazioni da parte di Instagram, qualora si segua una condotta impeccabile, nel giro di tre mesi la situazione potrebbe risolversi.

Il più delle volte, un account compromesso è difficile da recuperare.

Una seconda conferma ai miei dubbi l’ho trovata su Not Just Analytics, nella sezione dedicata al numero di follower attivi sul profilo.
Come spiegato dallo stesso Yari, un segnale d’allarme del mal funzionamento del profilo lo si può evincere proprio in questa sezione del tool. Se il numero di follower attivi è al di sotto del 30% c’è qualcosa che non va.

Su un totale di 5300 follower, i miei follower attivi erano molto inferiori rispetto al 30% dei follower totali. Insomma, una tragedia.

Nonostante fossi a conoscenza del fatto che il mio profilo fosse ormai andato, ho voluto comunque proseguire tentando altre strade.

Mi sono concentrato sulla creazione di contenuti diversi, sulla struttura dei post, sull’interazione.

Il mio profilo nel tempo ha avuto diverse evoluzioni, cambiato nicchie e target. Pertanto, ho iniziato anche a svolgere un percorso di targhettizzazione e avviato un processo di “pulizia” dell’account (ho scritto un articolo in merito. Puoi leggerlo qui) per cercare di rimediare al calo di copertura.

Elettrocardiogramma piatto, ancora una volta.
I numeri sono scesi tantissimo, soprattutto quelli delle stories.

Nelle ultime settimane ho davvero raggiunto il limite.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una segnalazione che ho ricevuto qualche settimana fa. In questo messaggio mi è stato comunicato che il mio account non era più idoneo e non poteva più usufruire dei contenuti brandizzati in quanto non rispetta gli standard di idoneità.

Così dal nulla, dopo quattro anni di utilizzo.

Capirai bene che con un quadro del genere è impensabile poter lavorare serenamente.

Potevo tentare altre strade?

Sicuramente si. A mio parere era ormai davvero inutile.

Non ho sfruttato i reels, il trend del momento, o altri formati su Instagram. Una scelta consapevole in quanto credo che non avrebbero dato vita grandi miracoli, soprattutto su un profilo già compromesso.

Una sera, di qualche settimana fa, mentre messaggiavo con la mia amica @Lally94, una super Instagram strategist, tra una risata e una battuta abbiamo preso la decisione di fare il grande passo: creare un nuovo profilo.

Conclusione

Non ti nego che sono stati mesi abbastanza pesanti.

Creare contenuti, nella consapevolezza di star combattendo contro i mulini a vento, non è stata una bella esperienza. Ero profondamente demotivato, nonostante abbia cercato di apparire sempre positivo e allegro su Instagram.

Chi ha imparato a conoscermi, negli ultimi due mesi ha percepito che ho toccato davvero il fondo. In più si è aggiunta la situazione pandemica che, con i vari lockdown, ha messo quasi la parola fine alla mia creatività.

Ho dovuto cancellare tutte le collaborazioni che mi erano state proposte, mi sembrava giusto nei confronti dei brand con cui dovevo collaborare. Ho dovuto rimandare progetti a cui stavo lavorando da mesi. “Aspettiamo, vediamo come va”.

Questo nuovo inizio mi spaventa, ma allo stesso tempo mi infonde un’energia incredibile. Ricominciare daccapo non ha necessariamente un’eccezione negativa.
Per me è un grande stimolo, forse è proprio quello di cui avevo davvero bisogno.

Diversi amici e colleghi hanno appoggiato la mia scelta e mi hanno confortato negli ultimi giorni. “Sto facendo la cosa giusta?”. Ogni tanto ho il terrore di aver fatto una stupidaggine.

In tutti questi anni ho maturato molta esperienza nel campo di Instagram. Creare qualcosa di nuovo, con basi solide, esperienza e nuovi strumenti, può solo essere il punto di partenza per una nuova avventura. Ho davvero tante cose da raccontare, nuovi posti da farti scoprire, progetti da avviare e da vivere.

Nel nuovo profilo troverai ancora il mio mondo tinto di rosso, sempre in continua evoluzione. Troverai un Mariano più sereno, con il sorriso e con la voglia di fare che avevo un pò perso nell’ultimo periodo.

Spero di avere il grande privilegio di averti con me in questa nuova avventura. Mi farebbe davvero piacere.

Su Instagram non contano i numeri, contano le persone.

.Mariano Di Venere
.Mariano Di Venere

La Puglia mi scorre nelle vene e cerco di raccontarla al meglio.
Da buon sagittario amo essere sempre in movimento, mi annoio facilmente. Sarà per questa mia indole che adoro viaggiare e scoprire posti sempre nuovi, e di riempire gli occhi di meraviglia.
Sono ossessionato da Instagram e dal rosso, ma questo credo si sia abbondantemente capito.

La mia storia
Mariano Di Venere
Mariano Di Venere

La Puglia mi scorre nelle vene e cerco di raccontarla il più possibile.
Da buon sagittario amo essere sempre in movimento, mi annoio facilmente. Sarà per questa indole che adoro viaggiare e scoprire sempre posti nuovi, riempire gli occhi di meraviglia.
Sono ossessionato da Instagram e dal rosso, ma questo credo si sia abbondantemente capito.

La mia storia
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